Voucher – Strumenti legalmente utilizzabili dalle Aziende, in sostituzione.
A cura dell’ avv. Nicola Soliani
Come già precisato nel Comunicato emanato dal Presidente Zanchi, il Decreto Legge 25 del 17 Marzo scorso ha abrogato integralmente l’istituto del lavoro accessorio, ovvero i rapporti lavorativi saltuari retribuiti attraverso i voucher.
Le successive circolari ministeriali hanno chiarito come sia stato previsto un periodo transitorio con termine il 31 Dicembre 2017, durante il quale sarà permesso l’utilizzo dei voucher acquistati prima del 17 Marzo seguendo le stesse modalità e tempistiche di attivazione previste prima della pubblicazione del suddetto Decreto Legge.
Tutti i datori di lavoro, ed in particolar modo quelli operanti nel nostro settore, si sono posti la medesima domanda: come poter regolarizzare d’ora in avanti i lavoratori prima retribuiti tramite voucher?
Alla data in cui sto scrivendo non esiste nel nostro ordinamento legislativo uno strumento equiparabile al lavoro accessorio, ovvero che permetta alle azienda di utilizzare lavoratori senza doverli preventivamente assumere, stipulare con loro un regolare contratto di lavoro e predisporre mensilmente il cedolino paga relativo al lavoro svolto, con i connessi oneri contributi.
Le soluzioni contrattuali oggi applicabili prevedono tutte le formalità e gli adempimenti connessi ad un normale rapporto di lavoro subordinato.
Prima il Job Acts e oggi il succitato Decreto Legge 25 hanno estremamente ridotto le tipologie contrattuali tra cui un’azienda può scegliere al momento di instaurare un nuovo rapporto lavorativo.
Focalizzando la nostra attenzione solo su soluzioni attuabili e confacenti alle peculiarità del settore delle discoteche e dei locali notturni, mi sento di consigliare ai nostri associati di stipulare con i lavoratori prima retribuiti a voucher dei contratti di lavoro intermittente (cd. “a chiamata”) o alternativamente dei contratti di lavoro con part-time verticale a tempo determinato.
Tali soluzioni appaiono come quelle meno vincolanti e meno onerose per le aziende del settore, le quali così facendo, pur dovendo supportare costi superiori a quelli prima sostenuti con i voucher, potrebbero comunque soddisfare le proprie esigenze organizzative e lavorative.
In ogni caso il dato certo dell’intera questione è che l’abrogazione del lavoro accessorio ha eliminato lo strumento più utile alle nostre aziende per la regolarizzazione di quei numerosi rapporti lavorativi caratterizzati da saltuarietà e occasionalità, che da sempre caratterizzano il nostro settore.
Mi unisco al pensiero del Presidente auspicando che il Governo predisponga, nel minor tempo possibile, delle valide alternative che possano concretamente aiutare gli imprenditori nella già difficile gestione e organizzazione delle proprie aziende.