Assointrattenimento: chiusi da un anno e senza certezze vogliamo dare una mano.
Parte da un consiglio direttivo Assointrattenimento di inizio dicembre, la proposta fatta agli imprenditori iscritti all’associazione e, più in generale, a tutte le discoteche italiane chiuse ormai da quasi un anno, di mettere a disposizione della comunità i propri locali: – “ I nostri locali, che sono chiusi e inutilizzati da febbraio 2020, potrebbero servire invece ad ospitare attività sanitarie quali, ad esempio, la somministrazione di vaccini o l’esecuzione di tamponi a beneficio di tutta la collettività” afferma Luciano Zanchi Presidente dell’associazione.
Tutto ciò per cercare di alleggerire il grande flusso di persone nei centri sanitari che certamente avverrà in fase di somministrazione di massa del vaccino anti-Covid 19.
Le discoteche possono essere utilizzate da subito senza la necessità di particolari interventi, in quanto dotati di ampi spazi con numerosi ingressi e uscite, di impianti sanitari, e capaci di ospitare contemporaneamente diverse centinaia di persone senza creare pericolosi assembramenti.
Da questa proposta scaturiscono le prime “messe a disposizione di discoteche” alle autorità del territorio che sono già avvenute in numerose città Italiane: – sono tra le prime Cremona, Ancona e Bergamo. “Abbiamo notizia che molti imprenditori del settore stanno già comunicando alle autorità la volontà di dare una mano attivamente passando dalle parole ai fatti” afferma sempre il dott. Zanchi di AssoIntrattenimento.
Continua il presidente: “Mi auguro che anche questa forte presa di posizione contribuisca a porre fine alla demonizzazione delle discoteche, fino ad ora considerate luoghi di perdizione e poi accusate, ingiustamente, di aver fatto ripartire i contagi e che le stesse vengano invece considerate per quello che sono: luoghi di aggregazione sani gestiti da imprese complesse e dedicate a chi si vuole svagare, ballare, sentire un concerto, un cabarettista, un artista, a chi vuole trovare un momento di relax. Nella realtà siamo una valvola di sfogo sociale”.
Le discoteche, tranne una piccola parentesi per quelle all’aperto (riaperte grazie alle ordinanze dei Governatori Regionali dal 17 di giugno al 16 di agosto), sono chiuse dal 23 di febbraio 2020, pertanto da più di undici mesi e senza alcuna previsione su una prossima riapertura. Recentemente sono stati pubblicati i cd. “decreto ristori”, “decreto ristori bis” e “decreto ristori ter” “decreto ristori quater” che, nei fatti infliggono un ulteriore aggravamento della situazione per la quasi totalità del settore che, a differenza di quanto annunciato (400% del valore dei rimborsi paramentrati alla differenza di incasso raffrontando il mese di aprile 2019 con lo stesso mese del 2020 ), nella realtà risultano validi solo per un numero minimo di imprese dello spettacolo.
E’ ora di cambiare marcia, di aiutare le imprese in difficoltà ma soprattutto di iniziare ad avere una strategica visione per la futura ripartenza delle attività.